Ultima modifica: 10 Gennaio 2020

Auguri!

In occasione delle imminenti festività, desidero rivolgere gli auguri più sinceri di un sereno Natale e di un felice anno 2020 a tutta la comunità scolastica dell’ I. c. “Cesare Cantù”, alunni, genitori, docenti e personale Ata / Amministrativo e a tutti coloro che ci aiutano a svolgere il nostro compito istituzionale.

Auguro a tutta questa “ grande famiglia” un mondo di pace, costruita nell’investimento quotidiano sulle nuove generazioni che, in alleanza con le precedenti , disegnano un cammino di crescita e di condivisione per il quale non c’è felicità all’infuori di quella vissuta insieme. Auguro ai docenti la pazienza, la capacità d’ascolto e l’entusiasmo che conquista per fare di ciascuno studente un progetto di vita riuscito. Agli alunni auguro volontà , impegno e curiosità, grande rispetto per se stessi e per gli altri, soprattutto fiducia nelle proprie capacità. L’augurio per i genitori è quello  di guardarsi come in uno specchio nei loro figli per non  dimenticare la freschezza dell’entusiasmo e delle passioni di quell’età, per riconsiderare le autentiche motivazioni che  aiutano a superare stanchezza, disillusione e accettare con serenità le responsabilità del proprio ruolo.

A tutti dedico come ideale biglietto di auguri la poesia  La Stella di Edmond Rostand da cui emerge  nitido e  semplice un  concetto: è solo nell’attenzione dell’altro che si riesce a vedere la luce che si pensava persa…  ed è Natale quando l’altro diventa noi.

                                                                                                                           

 

La Stella                                                                        

Perdettero la stella un giorno.

Come si fa a perdere la stella?

Per averla troppo a lungo fissata…

I due re bianchi, ch’erano due sapienti di Caldea,

tracciarono al suolo dei cerchi, col bastone.

 

Si misero a calcolare, si grattarono il mento…

Ma la stella era svanita come svanisce un’idea,

e quegli uomini, la cui anima

aveva sete di essere guidata,

piansero innalzando le tende di cotone.

 

Ma il povero re nero, disprezzato dagli altri, si disse:

“Pensiamo alla sete che non è la nostra.

Bisogna dar da bere, lo stesso, agli animali”.

 

E mentre sosteneva il suo secchio per l’ansa,

nello specchio di cielo

in cui bevevano i cammelli

egli vide la stella d’oro che danzava in silenzio.

 di Edmond Rostand (1868-1918)

 

IL DIRIGENTE SCOLASTICO  

Prof.ssa Maria Francesca Amendola